Il clima di classe accettante

Lo studioso che più di tutti ha evidenziato gli elementi di una relazione educativa favorevole all’apprendimento è stato Carl Rogers. Egli ha indicato come primo presupposto per una azione didattica favorevole, la presenza di un clima di classe accettante, non valutativo né in positivo né in negativo, sia da parte dell’insegnante che di ciascuno studente nei confronti dei compagni.


L'atmosfera della classe è in ampia misura il prodotto di atteggiamenti, comportamenti e scelte dell'adulto. La presenza di un buon clima nella classe, soprattutto per gli allievi della scuola dell'obbligo, è importante affinché ciascun allievo si senta in grado di soddisfare i propri bisogni primari (Maslow 1970).

Ogni classe ha una sua fisionomia, una sua storia di cui è necessario tenere conto. Come è noto, le esperienze precedenti avute, le aspettative e gli atteggiamenti degli allievi, sono fattori che condizionano la realizzazione di un clima sociale positivo. Un clima di classe sereno favorisce, non solo lo sviluppo personale e sociale dell'allievo ma rende più proficuo l’apprendimento di nuove conoscenze e abilità. Un buon clima di classe si può ottenere solo attraverso un'attenta progettazione che tenga conto delle relazioni tra insegnante e allievi e di quelle tra pari.

Dai risultati dei lavori di Lewin (1948), si è rilevata la presenza di una forte interdipendenza tra stile di conduzione del gruppo, tipo di relazioni sociali presenti nel gruppo e produttività del gruppo stesso. Pertanto, diventa evidente come il modo di comportarsi dell'insegnante non può essere casuale e spontaneo ma deve essere frutto di attente modalità di relazione, di interazione, di comunicazione che siano funzionali oltre che al raggiungimento di obiettivi didattici anche di obiettivi relazionali e affettivi.

La scuola si trova quindi non solo nel difficile compito di istruire ma anche in quello, ancora più complesso, di agevolare profondi processi di socializzazione e di trasmissione di interessi, atteggiamenti e valori, anche tenendo presente il fatto che le esperienze che si vivono nella scuola non sono necessariamente per tutti esperienze formative, positive.

Lo studioso che più di tutti ha evidenziato gli elementi di una relazione educativa favorevole all’apprendimento è stato Carl Rogers. Egli che ha indicato come primo presupposto per una azione didattica favorevole, la presenza in classe di un clima accettante, non valutativo né in positivo né in negativo, sia da parte dell’insegnante che di ciascuno studente nei confronti dei compagni.

L'accettazione, in sé non è né positiva né negativa, perché la positività o la negatività del giudizio sull'individuo, come sostiene Lumbelli (1981), deriva da valori e modi di pensare tipici di chi valuta e che possono anche non essere propri di chi è giudicato.

Il timore del giudizio dell'insegnante, sia in positivo che negativo, fa sì che i ragazzi imparino prima di tutto a misurarsi solo su temi proposti da altri e a valutare i loro apprendimenti sulla base di giudizi, che altri formulano su di loro. L'apprendimento si lega quindi a ricompense estrinseche, che vengono ingigantite fino a pervadere tutta la personalità dello studente.

L'assenza di valutazione non vuol dire mancanza di controllo sull'operato dell'allievo ma possibilità di riflettere sui punti di forza e di debolezza. Un atteggiamento di accettazione dell'allievo può sussistere in ogni momento, anche quando sia necessario disconfermarlo o esprimere una valutazione negativa.

L'accettazione diventa quindi un comportamento di base, messo in atto anche nei momenti di difficoltà. L’insegnante dovrà sempre far sentire all’allievo che ha comunque fiducia nelle sue capacità e che questa fiducia deriva dall’accettazione dello studente per come è, per le sue peculiari abilità, conoscenze e esperienze.

Alla base del rapporto educativo sta quindi l'interesse per gli allievi e, sulla base di questo, l'insegnante potrà scegliere lo stile didattico più adeguato alle esigenze e ai bisogni di ciascun allievo.

Diventa quindi necessario porre al centro del processo educativo l'allievo, con tutte le sue potenzialità, i suoi bisogni e in suoi talenti, che devono essere individuati e sviluppati dall'insegnante.

 

 



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